Cantone è la frazione più grande del comune di Parrano. Si eleva a 512 m. s.l.m., a circa cinque chilometri a Sud del capoluogo. E’ posta su uno sperone compreso fra le valli nel cui fondo scorrono due affluenti del Chiani: i fossi del Vallone e della Volpara. [ Per saperne di più visitate il sito internet della Pro Loco di Cantone]
La parola cantone deriva dal greco “kanthos” (angolo) e significa suddivisione amministrativa di un territorio, di uno Stato, distretto, regione, dipartimento, ma anche angolo sia interno che esterno di un locale.
Della villa (villaggio non fortificato) di Cantone si ha notizia nello Statuto di Parrano del 1559, dove al Primo Libro é stabilito che venga eletto un uomo dimorante nella villa di Cantone, il quale avuto notizia dei danni arrecati da animali o da persone, ai raccolti, agli orti, alle vigne, di furti e ruberie, entro otto giorni dal fatto sia tenuto a denunciarli al podestà di Parrano per il più da praticarsi.
La chiesa , a navata unica con copertura lignea e con campaniletto a canna quadrata impostato sul presbiterio, è dedicata alla Presentazione al Tempio di Maria Santissima. Fu fatta riedificare nel 1920 dal commendator Giuseppe Florio, all’epoca proprietario del castello di Parrano, in sostituzione di quella fatiscente che era stata costruita dai Marescotti tra la fine del 1600 e gli inizio del 1700. Custodisce tre buone tele: quella sull’altare rappresenta la Madonna col Bambino (Madonna del Soccorso?) in gloria fra san Bàrnaba apostolo e san Nicola di Myra o di Bari e dovrebbe essere della fine del Seicento poiché la Madonna ed il Bambino sono tipici della pittura barocca di Pietro da Cortona (1596-1644); quella sulla parete destra rappresenta santa Giacinta Marescotti sul letto di morte, patrona delle famiglie Marescotti e Ruspoli, nonché protettrice degli emarginati; mentre l’altra sulla parete sinistra raffigura san Francesco di Paola mentre attraversa lo stretto di Messina sul suo mantello assieme a due discepoli. Queste due tele sono del tardo Settecento attribuibili ad un unico pittore di scuola romana che segue i principi formalistici ed accademici di Carlo Maratta (1625-1713). Le tre tele furono donate alla chiesa dai principi Marescotti.
Entrando, sulla sinistra, si trova un moderno fonte battesimale: una piccola vasca in travertino con la scritta:”Dono dei signori Brogelli e Toracchi – Anno MCMXXXV”. Gastone Brogelli da Firenze ed Evaristo Toracchi da Pistoia erano due commercianti di legname; probabilmente nel 1935, quando offrirono questo omaggio alla chiesa, si trovavano a Cantone per motivi di commercio.
Nel Settecento la chiesa aveva tre altari: il maggiore e due laterali.
I Marescotti, sotto il loro juspatronato, in questa chiesa avevano istituito la Cappellania di Santa Giacinta, dotandola di diversi beni immobili, la quale cessò di esistere nel 1884 con la morte di Don Augusto Marescotti, ultimo principe di Parrano.